LETTERA DI RICCARO ORIOLES A NANDO DALLA CHIESA

“Caro Nando, per quanto ti sembri strano tu rappresenti una buona parte dell'Italia, che in certi momenti (non parlo delle elezioni e della "politica") è maggioritaria. Salvemini o Lussu o Turati, per esempio, erano qualcosa del genere, non solo quando "vincevano" ed erano in piena luce, ma anche quando sembravano "superati", fuori gioco. Quelli, al contrario, erano i momenti della loro massima forza, simboli della storia profonda della Nazione. La gente spesso dimentica ma in realtà, cosciente o no, non dimentica mai. Le lotte, l'opposizione civile, le bastonate e le battagllie, le sconfitte (e gli errori) e il ricominciamento tignoso, sono cose che restano, non solo in chi le ha vissute direttamente - la minoranza attiva - ma anche nella "gente". Tu sei Milano, caro Nando, come piazza Fontana, la camera del lavoro, la grande Inter, la Galleria. Questo non è un regalo, è uno zaino pesante, che non si sceglie ma che tocca portare. Perciò, fiducia e sicurezza, e persino allegria. Gli stronzi sono ridicoli (io denunciavo Rendo, ma Pippo Fava ne rideva). Nessuno si ricorderà di quella gente. Ma di te sì, e questa è una forza grandissima qui e ora. Tutto qua. Sei il leader della sinistra milanese, della gente civile, e uno di quella italiana. Tutto qua. Un saluto amichevole, senza troppe altre chiacchiere, e un sorriso. Riccardo Orioles”